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Nove mesi in armonia con Yoga e Ayurveda

Secondo l’antica tradizione ayurvedica e yogica, salute significa innanzitutto mantenere in armonioso equilibrio tutti gli elementi del sistema corpo-anima da un punto di vista fisico, emozionale, mentale, psichico e spirituale. La cura comincia alla nascita, o meglio ancor prima, al desiderio del concepimento, e continua durante tutto l’arco della vita. 

Vishnu e Lakshmi sul serpente cosmico, illustrazione di Sanjay Patel.

I testi dell’Ayurveda descrivono in dettaglio tutte le fasi che vanno dalla fecondazione, al parto e allo sviluppo dell’essere umano, affiancando prescrizioni e indicazioni comportamentali (vihara), alimentari (ahara) e di disciplina mentale (vichara) che ancora oggi ci possono aiutare nel predisporre adeguatamente il sistema familiare e domestico all’arrivo di una nuova vita. L’ambiente familiare è la nostra prima società e la relazione con i genitori il primo e più importante modello di riferimento: l’armonia dei singoli genitori così come quella della coppia sono fondamentali per crescere una prole sana e felice, nonché per porre le fondamenta di una società sana e felice.

UNA BUONA NASCITA INIZIA DAL CONCEPIMENTO CONSAPEVOLE

Nella tradizione ayurvedica la pianificazione di una buona discendenza inizia prima del matrimonio. I testi classici come la Charaka Samhita di Agnivesa (∼700 a.C), la Samhita di Sushrutha (∼700 a.C.) e la più recente Ashtanga Hridaya Samhita di Vaghbhata (∼300 a. C.) forniscono precise indicazioni e raccomandazioni a riguardo:

  • i futuri sposi non devono appartenere alla stessa famiglia; 
  • non devono avere legami parentali da almeno sette generazioni; 
  • non devono avere la stessa costituzione di base (prakriti); 
  • devono essere sani dal punto di vista psicofisico e in particolare devono avere dei buoni organi procreativi;
  • gli srota, i canali corporei, devono essere liberi da ama, le tossine; 
  • agni, il potere digestivo deve essere appropriato; 
  • l’ojas, l’energia potenziale da cui deriva la salute e la stabilità, dev’essere pieno e ben espresso e i dhatu, i tessuti corporei, ben funzionanti e formati;
  • infine shukra dhatu, il tessuto riproduttivo, dev’essere di ottima qualità. 

Affinché si presentino queste condizioni di partenza, nella dieta dell’uomo sono raccomandati una buona quantità di riso, di ghi (burro chiarificato), di latte medicato e di alimenti dal gusto dolce. La dieta della donna dovrebbe invece abbondare di quegli alimenti capaci di aumentare pitta dosha, essenziali per la maturazione dell’ovulo. Secondo i testi classici, è possibile ottenere tessuti riproduttivi adeguati nel tempo di un mese, per questa ragione in ayurveda si dice che la gravidanza dura dieci mesi, poiché il primo serve di preparazione alla coppia.

Rama e Sita, la coppia perfetta secondo la mitologia hindu. Illustrazione di Sanjay Patel.

La gravidanza è vista come il frutto di un atto di grande consapevolezza e responsabilità e necessita, come tale, di una preparazione adeguata su ogni piano, dal più grossolano al più sottile. Per queste ragioni il sesto ramo della scienza ayurvedica, kaumara bhtitya (ossia la pediatria e l’ostetricia), si occupa di tutti gli argomenti che riguardano il corretto sviluppo del bambino, dalla preparazione al concepimento all’adolescenza. Il ruolo del medico pediatra in ayurveda inizia con la conoscenza della prakriti dei genitori e con la conseguente valutazione di una dieta appropriata e di un corretto regime di vita per ciascuno dei due. 

La pediatria è considerata la branca più importante della medicina: le altre divisioni giocheranno il loro ruolo solo in un secondo momento, quando il bambino sarà maturato in un individuo adulto, dopo il 16 anno di età. Molti testi che trattano questa specializzazione risalgono a prima del 300 a.C.: i rishi Kasyapa e Jivaka ne sono considerati gli iniziatori ed i più importanti autori. Fra i diversi argomenti troviamo: 

  • il concepimento e la crescita del feto nel grembo materno;
  • come assistere e seguire la donna durante la gravidanza;
  • la dieta che la donna dovrebbe adottare prima, durante e dopo la gravidanza e il parto;
  • come favorire la salute del bambino fino al periodo della dentizione;
  • i costumi sociali e i rituali tradizionalmente associati alle diverse fasi della gestazione.

IL REGIME DI VITA PER LA DONNA IN GRAVIDANZA 

L’ayurveda divide la gravidanza in tre periodi: 

  • il primo trimestre – dominato da kapha dosha, principio di crescita e coesione – in cui avviene l’impianto dell’embrione, la formazione della placenta e la fase iniziale di accrescimento;
  • il secondo trimestre – dominato da pitta dosha, principio della trasformazione – caratterizzato dalla differenziazione degli organi;
  • il terzo trimestre – dominato da vata dosha, principio del movimento – che, parallelamente all’aumento della mobilità fetale, si prepara alla sua espulsione.

Durante la gravidanza la donna attraversa stati fisici e mentali molto diversi e contrastanti: dal concepimento in avanti il suo corpo si trasforma, nutre, protegge e accoglie il miracolo di una nuova vita.

Di pari passo il pensiero autoriflessivo ridefinisce la percezione di sé e della propria esistenza. Ci si trova in una condizione di grandissimo potere e potenziale e al contempo di grande delicatezza: la futura madre è più sensibile, più disponibile all’ascolto e alla cura di sé, più in contatto con quella dimensione di connessione cosmica fra uomo e natura tanto ricercata da yogin e yogini. La natura, se lasciata libera di esprimersi, conduce spontaneamente la donna ad avvicinarsi al mistero di cui è parte integrante e attiva.

Sita, illustrazione di Sanjay Patel.

La donna in gravidanza dovrebbe osservare le norme igieniche fondamentali e concedersi, per i primi tre mesi e nelle ultime sei settimane di gestazione, il riposo assoluto. L’equilibrio mentale ed emotivo è indispensabile: si consiglia di evitare ogni attività cerebrale eccessiva. 

Non solo la donna, ma entrambi i futuri genitori dovrebbero mantenere uno stato di pace interiore, una buona condotta e un uso corretto dei sensi. Questo stato può essere facilitato dalla pratica della meditazione e dalla ricerca di buone e sagge compagnie. La donna, ovviamente, dovrà in particolar modo essere oggetto di grande cura e attenzione da parte della famiglia. Secondo l’ayurveda devono essere evitate tutte le attività che aggravano vata dosha, ad esempio:

  • gli stress sensoriali; 
  • le emozioni negative; 
  • gli eccessivi spostamenti e viaggi; 
  • l’eccessiva attività sessuale; 
  • le posture scomode e scorrette; 
  • le veglie notturne; 
  • bagnarsi con acqua troppo calda o troppo fredda; 
  • i massaggi sull’addome per i primi tre mesi; 
  • la soppressione delle urgenze naturali; 
  • indossare abiti stretti di colore rosso o nero;
  • dormire sulla schiena per lungo tempo; 
  • dormire durante il giorno o comunque in eccesso; 
  • brontolare; 
  • assumere vino e carne abitualmente.

PRANAYAMA, ASANA E GARBHABHYANGA: GLI ALLEATI PERFETTI

La pratica dello yoga e della meditazione, l’attenzione ad un’alimentazione corretta ed alla cura del corpo secondo l’ayurveda non sono solo buone abitudini, ma una forma di sadhana altamente consigliata per contribuire positivamente ad allineare il corpo e la mente della futura madre: posture, consapevolezza del respiro, ascolto e cura di sé, la aiuteranno a vivere con maggiore consapevolezza e responsabilità il suo ruolo nell’evoluzione del genere umano e la riavvicineranno ai ritmi della natura. 

In particolare sono indicati esercizi di pranayama come la respirazione addominale, toracica e clavicolare prima separate poi unite nella respirazione completa purna pranayama o a narici alternate nadi shodana (il respiro di purificazione delle nadi, i canali energetici sottili). La respirazione profonda e ritmica innalza i livelli di ossigeno nel sangue e facilita l’eliminazione delle tossine, inoltre calma la tensione nervosa, attenua la nausea, il mal di testa, aumenta la capacità polmonare, l’energia psicofisica e la resistenza dell’intero organismo. 

Rama, Sita e Lakshmann in meditazione, illustrazione di Sanjay Patel.

Avere una spina dorsale forte è importante per aiutare la donna a sostenere il peso che andrà man mano ad aumentare nel secondo e terzo trimestre ed eviterà che le spalle cadano in avanti, chiudendo il petto e alterando la respirazione. Rafforzare e rendere flessibile la muscolatura addominale e pelvica è la chiave della preparazione ad un buon parto: le pelvi sono letteralmente il pavimento su cui poggia il feto, che dovrà aprirsi come un fiore per lasciarlo passare al momento dell’espulsione, durante il quale le
spinte avverranno principalmente attraverso la partecipazione dei muscoli toracici. Alcune asana, indicate in questo senso sono: pascimottasana (il piegamento in avanti); siddhasana (la posizione perfetta); baddhakonasana o bhadrasana (il triangolo chiuso, o posizione del trono); Aditiasana (la posizione di Aditi); upavista konasana (il triangolo seduto); setubandhasana o ardhachakrasana (il mezzo ponte); shardulasana (la posizione della tigre); malasana (la ghirlanda); halasana (l’aratro); sarvangasana (la candela) e la sequenza di surya namaskar (il saluto al sole). Per rilassarsi al termine della pratica si può assumere la posizione di shavasana (il cadavere). 

Dal secondo trimestre in poi è importante ricevere regolarmente il garbhabhyangam (massaggio completo di tutto il corpo della donna in gravidanza con olii specifici medicati secondo ayurveda) che dovrà concentrarsi soprattutto sulla regione dorsale e pelvica al fine di stimolare tonicità e flessibilità della muscolatura. Il massaggio aiuta anche a calmare e rafforzare il sistema nervoso e a sostenere la donna sul piano emozionale. Deve essere associato alla pratica costante di sukshma vyayama, l’esercizio sottileattraverso le asana e i pranayama già menzionati. Le posture devono comunque essere adattate al corpo che si modifica: si praticherà con i piedi paralleli, ma non uniti; si farà attenzione a non creare pressioni di alcun genere sull’addome e, per rilassarsi, si potranno assumere posizioni girate sul fianco o con le gambe sollevate e appoggiate al muro. Si potranno anche utilizzare cuscini, per rendere più confortevoli le posizioni yogiche, a seconda del desiderio della donna: in gravidanza più che mai, è l’asana a doversi adattare al corpo e non viceversa. 

Estratto da “Ascolto, Movimento, Espressione. Ayurveda e arti del movimento per la maternità e la genitorialità”, Tesi di Daria Dāminī Mascotto in Yoga e Ayurveda per la maternità e massaggio Shantala del neonato, Tiari 2017.